Inizia così la nostra avventura: un tumore

Riccardo aveva male, pensavamo ad una botta, si sa quando sono ragazzi botte e cadute ne fanno tante, e proprio quel giorno aveva preso una storta mentre correva, ma il dolore non passava. La zona era quella poco sopra il ginocchio, così andammo in ospedale per un controllo.

La cosa assurda è che ci diedero il codice bianco, e tornammo a casa. Ma aveva sempre male ed il giorno dopo ci ripresentammo, a sto giro ci diedero il codice verde, il che era già qualcosa, e rimanemmo in attesa della lastra.

Così è iniziata la nostra avventura, con una lastra, dal quale mai mi sarei aspettata di vedere la bestia sul femore di mio figlio. E’ così, finche vedi passare gli altri, non ci pensi, finche ascolti storie di tumori, non ti soffermi più di tanto, ma non pensi mai che possa succedere a te…e quando capita beh è peggio di un macigno che ti porta sott’acqua.

I dottori si guardarono tra loro, uno seduto davanti al pc, l’altro in piedi. Dissero che per sicurezza sarebbe stato opportuno approfondire con una risonanza una piccola striatura che si intravedeva nella gamba all’altezza del femore. “Potrebbe essere un callo osseo” disse uno di loro.

Dopo 5 giorni esatti eccoci pronti a fare la risonanza, rigorosamente a digiuno e con una leggera ansia. Naturalmente non avemmo i risultati subitissimo, ma ci dissero di chiamare il primario per un appuntamento, perche tanto lui dal computer i risultati li aveva già.

Riccardo ed io eravamo li, davanti al primario, ci disse chiaro e tondo che era un tumore e che sarebbe stato meglio metterci in contatto con il primario di Pisa ( lì c’è uno dei migliori centri di oncologia pediatrica in Italia) per una visita approfondita.

Abbiamo sudato freddo, ho visto e sentito lo stato d’animo di mio figlio attraverso i suoi occhi…eccolo il macigno, è arrivato. Abbiamo avuto casi di tumore in famiglia (mia mamma) quindi sapevamo bene le conseguenze, ma ripeto, finchè non le vivi in prima persona, non le comprendi del tutto.

Pisaaaa arriviamo!

 

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